IL CANTIERE

Since 2014, the dancer and choreographer Sara Marasso and the bassist and composer Stefano Risso meet and collaborate, creating a series of artistic projects in which a strong relationship between movement and sound is present, a new shared artistic phase increasingly a cross-disciplinary perspective.

Contemporary creation as a meeting between different languages and research practice: this is the statement that has lead Il Cantiere to collaborate, over the years, with artists of different training and expression, practices of public involvement / gaming , compositional and performative presentation that have brought out a poetic of commingling (with visual art, video and new technologies, participatory theater and sound research) and an aesthetic of intersection between space of the scene and everyday life, audience and performers.

https://www.ilcantiere.net/wordpress/

Progetti

Mapping Extended

Sara Marasso corpografie
Alessandro Sciaraffa materiali visivi e dispositivi sonori
Stefano Risso contrabbassi ed elettronica
Davide Rigodanza e Dardo Gabriel luci

Nell’ambito del progetto “Motori di Ricerca terza edizione – percorsi d’artista tra coreografia e arti visive” a cura di Chiara Castellazzi realizzato con il sostegno di Balletto Teatro Torino, Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e con il Torino Jazz Festival 2016.

No Comfort Zone

No Comfort Zone esprime un’idea di creazione contemporanea come interazione tra differenti linguaggi e pratica di ricerca comprendendo un margine auspicabile di non conforto, o rischio, come parte fruttuosa del processo. Riconosciamo nel movimento del corpo e nel movimento del suono una stessa entità che sottoponiamo ad un pari trattamento decostruttivo/ricostruttivo.

Nel movimento cerchiamo una dimensione non organica, non fluida, non scorrevole: un segno capace di restituire la frammentarietà dei pensieri e l’opposta tensione, o forza del sentire, verso quell’esperienza di “continuum” costantemente sfuggente. Ascoltando Beethoven.

corpografie/performance: Sara Marasso
contrabbassi ed elettronica live/ double bass and live electronics: Stefano Risso
materiali visivi e corporei/ visual and movement material: Fenia Kotsopoulou
materiali corporei / movement material: Andrea Coppone
luci/ lighting design: Davide Rigodanza
assistenza alla drammaturgia/dramaturgical assistance: Giulia Muroni

Il progetto è stato selezionato nell’ambito del Progetto Residenze coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0/ Piemonte dal Vivo ricevendo una menzione speciale dalla commisione  selezionatrice del primo bando Residenze Coreografiche grazie al sostegno di Torinodanza Festival,  alla disponibilità logistico-organizzativo della Lavanderia a Vapore  di Piemonte dal Vivo  e alla collaborazione con il Festival Interplay.

7/10 x 8′ circa

7/10 x 8’ CIRCA è la formula matematica che usiamo per progettare una performance che permetta al pubblico di sperimentare un percorso a tappe semi-guidato attraverso segni e stimoli che ne orientino la visione ed insieme invitino il pubblico a prenderne parte. Coinvolto in una modalità immersiva ed itinerante, ognuno potrà, entro limiti stabiliti da un gioco di regole, decidere dove posizionarsi, sostare o muoversi per vedere o essere, con il proprio ingombro corporeo, partecipe al gran ballo. Durata brevissima, segnalata da un finale sonoro.

Never_Mind

Never Mind prevede l’interazione dei nostri corpi in scena con l’immagine video, accostando ciascun interprete al proprio doppio. Che si tratti di ombra o di un’immagine di sè, ironica o rarefatta, ciascun doppio costruisce, stratificando, imperfezioni, variabili, ritardi, un’identità reale. Concreta e affidabile. La medesima dualità che compone l’afflato vitale di ciascuno. Accostando il respiro affannoso della corsa e il lento, vaporoso alito, nel mezzo di un’abbondante nevicata.

Break a Leg

Concept
Sospensione.
Attraversamento di uno spazio dove qualcosa sta per accadere.
Carattere di ricerca di un processo in divenire.
Scambio alla pari. Sperimentazione di una commistione di linguaggi che genera uno spazio fragile,
creativo e che supera la frontalità della scena.
Indaghiamo la soglia tra il mostrare e il nascondere in modo che qualcosa parzialmente emerga come residuo di altro,
in un tempo sospeso che non permetta di vedere tutto.
Stiamo un poco prima dello svelamento della cosa, là dove è possibile non sapere ancora,
non capire,
immaginare balene.
Sospesi come fulmini, illuminati a luce intermittete, intravediamo.
Vediamo attraverso,
di traverso, appesi, a testa in giù, l’occhio dilatato, l’occhiolino,
l’occhio che fa capolino.

No strings attached

No Strings attached, letteralmente senza lacci stretti, è un progetto di ricerca intorno al processo di composizione in cui scrittura ed imprevisto si incrociano. La performance è un invito ad entrare in quello spazio fragile, aperto all’imprevisto, in cui la relazione tra i differenti linguaggi della musica e del movimento si rende possibile.

Anima_li

Due anime animali che si muovono nello spazio lungo il fiume.

Press Kit